Giornate contro Frontex dal 15 al 18 aprile 2016 a Catania - NoFrontex Days from April 15-18 in Sicily BASTA MORTI NEL MEDITERRANEO - STOP DEATHS IN THE MEDITERRANEAN!

Appelli/Calls

Appello per una mobilitazione euromediterranea per il primo anniversario del naufragio del 18 aprile 2015
Contro la Fortezza Europa per la smilitarizzazione della Sicilia!
No a Frontex, No alla Guerra, No al razzismo!
Catania: manifestazione 16 aprile, Mineo: incontro interetnico 17 aprile

Le attività dell’agenzia Frontex sono sempre più visibili non solo in mare ma nel territorio siciliano. La scelta di aprire 5 hot spot (Lampedusa, Pozzallo, Porto Empedocle, Augusta e Trapani) nella nostra isola ed ancor di più le decisioni assunte a Malta a novembre 2015 perseguono l’orrore di dividere i migranti “economici” dai richiedenti asilo politico. Contrattando con i peggiori regimi liberticidi e corrotti in Africa e Medioriente i governi europei vorrebbero rimpatriare intanto 400.000 “irregolari”. Mentre l’UE impone al governo italiano l’ uso della forza per prendere le impronte digitali ai/lle migranti, applicando ottusamente l’odioso regolamento di Dublino.  read more/continua...

Contre la forteresse Europe et pour la démilitarisation de la Sicile!
Non à Frontex, non à la guerre, non au racisme!
Catane, 16 avril 2016
 


Les activités de Frontex sont de plus en plus visibles non seulement en mer, mais en Sicile aussi. Le choix d'ouvrir dans notre île cinq “hot spot” (Lampedusa, Pozzallo, Porto Empedocle, Augusta et Trapani) et, plus encore, les décisions prises à Malte en Novembre 2015 visent à faire l'horrible distinction entre migrants « économiques » et demandeurs d'asile. En négociant avec des régimes liberticides et corrompus d’Afrique et du Moyen-Orient, les gouvernements européens voudraient rapatrier 400.000 «irréguliers». Au même temps, l’Union Européenne impose au gouvernement italien l'usage de la force pour le relevé des empreintes digitales des migrants, en ligne avec le règlement de Dublin. read more...

Call for a EuroMediterranean mobilization on the first anniversary of the sinking of  18th April 2015
Against Fortress Europe! For the demilitarization of Sicily!

No Frontex, No War, No to racism!
Catania - 16 th April 2016


Agency Frontex’s  activities are becoming more and more visible not only at sea but also in Sicilian territory. The decision to open 5 so-called “hotspots” (Lampedusa, Pozzallo, Porto Empedocle, Augusta and Trapani) in our island together with the decisions taken in Malta in November 2015 pursue the horrible aim of dividing  'economic migrants'  from asylum seekers. Negotiating with the worst and the most corrupted regimes in Africa and in the Middle East, European governments would like to repatriate 400,000 "irregular migrants."  At the same time the EU orders the Italian Government to use force to take migrants’ fingerprints, obtusely applying the odious and unfair Dublin Regulation. read more/continua......


Invito Forum Antirazzista Palermo
Appello per il primo anniversario del naufragio del 18 aprile 2015 - Giornate NoFrontex - Per una mobilitazione nel Mediterraneo!


“Come può stupirsi l’Europa delle tragedie in mare se le ambasciate rifiutano i visti al nostro popolo e costringono i paesi del Maghreb ad inseguirci? La nostra unica possibilità è il mare e i “trafficanti” diventano la nostra speranza se dobbiamo fuggire in altri paesi” (rifugiato maliano). Sono stati 184 i maliani tra le più di 800 persone che sono annegate nella notte tra il 18 ed il 19 APRILE 2015 nel loro viaggio dalla Libia verso l'Italia.
Sono almeno 3.771 i morti in mare nel solo 2015.  Davanti a questa costante tragedia, l’UE sta dando sempre più fondi e poteri all'agenzia Frontex e a missioni come Triton. Ma Frontex è un'agenzia di controllo delle frontiere basata sulla militarizzazione dei confini interni ed esterni dell'Europa e il suo mandato è di proteggere questi confini e non di salvare vite umane read more/continua...


Invitation Forum Antiraciste de Palerme
Appel à une mobilisation méditerranéenne pour le premier anniversaire du naufrage du 18 Avril 2015 !


Comment l’Europe peut s’étonner des tragédies en Mer si ses ambassades rejettent les visas à notre peuple et forcent aux pays du Maghreb à nous poursuivre. La mer demeure notre seule possibilité et les ‘trafiquants’ deviennent notre seul espoir quand on est forcé à quitter nos pays”  (Refugié malien)


Parmi les 800 personnes qui ont péri noyées le soir du 18 au 19 avril 2015 pendant leur voyage de la Libye à l’Italie, 184 étaient maliens. On compte en 2015 au moins 3.771 migrants ayant perdu leurs vies dans la Méditerranée. Malgré ces tragédies, l’Union Européenne continue à donner de plus en plus de pouvoir à l’agence FRONTEX et aux missions comme TRITON. Mais Frontex est surtout une agence de contrôle frontalier basé sur la militarisation des frontières internes et externes de l’Europe dont le principal but est la défense du territoire et non la sauvegarde des vies humaines. read more/continua ...

Call out from the Palermo Antiracist Forum
Call out for the first anniversary of the capsizing of 18 April 2015
NoFrontex” days of action - For a Mediterranean mobilization!


“How can Europe be shocked at the tragedy at sea, when embassies refuse our people visas and force the countries of North Africa to chase us down? Our only possibility is the sea and the “traffickers” become our only hope for fleeing to other countries.” (Malian refugee). There were 184 Malians among more than 800 people who drowned on the night between the 18th and 19th of April 2015 in their journey from Libya to Italy.

There were at least 3,771 deaths at sea in 2015 alone. Faced with this recurring tragedy, the EU grants ever more power and money to Frontex and projects like Triton. But Frontex is an agency for border control, built on the militarization of Europe's internal and external borders. Its mandate is to protect these borders, not to save human life. read more/continua...


--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Adesione alla manifestazione del 16/4 e comunicato - "Rete contro la guerra e il militarismo" di Napoli


La “Rete contro la guerra ed il militarismo - Napoli” aderisce alla manifestazione contro Frontex, contro il razzismo e la guerra che si terrà il 16 aprile a Catania
Le stragi nel Mediterraneo (700 bambini ed oltre 3000 uomini e donne solo nel 2015) e la vergognosa politica europea contro gli immigrati impongono uno schieramento netto a fianco di chi fugge dalla guerra e dalla fame di cui è responsabile la stessa Europa trasformatasi oggi in una fortezza impenetrabile e che paga profumatamente i propri alleati (Turchia e paesi africani) per l’allestimento di veri e propri lager all’esterno delle sue frontiere.
Le ipocrite lacrime dei governanti europei davanti al susseguirsi di queste tragedie si concretizzano in muri, barriere di filo spinato, tank, carri armati e militari schierati a proteggere i confini: in Serbia come in Croazia, in Romania come in Ungheria, Slovenia, Austria, Macedonia e ancora fino alle manganellate, agli idranti e agli sgomberi di Ventimiglia o di Calais. L’Europa che celebra il giorno della memoria ha taciuto e legittimato i treni dei rifugiati bloccati, sequestrati e piombati, come ad Auschwitz, dai poliziotti nella stazione di Budapest e gli avambracci dei profughi, bambini compresi, marchiati con numeri indelebili dalle forze armate della Repubblica Ceca; né si è sdegnata di fronte alla decisione del governo danese di espropriare i beni dei rifugiati.
Le cancellerie europee, sempre più divise ed in concorrenza tra di loro, condividono, dunque, in maniera unanime la necessità di rafforzare l’offensiva militare contro il flusso di immigrati.
L’agenzia Frontex dal 2004 altro non è che il dispositivo di questa guerra contro gli immigranti con a disposizione decine di unità navali, aerei da guerra, elicotteri, droni, sistemi radar, checkpoint e “squadre RABIT (Rapid Border Intervention Team)” per il pattugliamento delle acque del Mediterraneo e dei confini dell’Est dell’Europa.
E’ proprio Frontex a gestire le operazioni militari in mare Triton e Poseidon di sorveglianza e di respingimento, retoricamente ed ipocritamente definite di salvataggio. Ed è sempre Frontex a collaborare e coordinare le attività degli Stati membri Ue nel controllo delle frontiere esterne marittime, terrestri e aeree ed a coordinare le azioni repressive e di identificazione nei campi profughi e negli hotspots ed il trasferimento manu militare degli immigrati.
Con la scusa di fronteggiare i flussi migratori e fermare i trafficanti di esseri umani siamo ormai a ben 5 missioni militari operative tra le coste siciliane e libiche e il Mar Egeo. A quelle di Frontex si aggiungono, infatti, l'operazione Mare Sicuro della marina italiana, quella della NATO ed Eunavfor Med. Quest’ultima, denominata missione Sophia, è sotto comando italiano. Con l’avvio della sua seconda fase, il 7 ottobre, le unità militari impiegate, anche con l’approvazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (risoluzione n. 2240/2015/S), sono state autorizzate a effettuare abbordaggi, speronamenti, perquisizioni, sequestri e dirottamenti in alto mare delle imbarcazioni che trasportano migranti. Nella ormai prossima e imminente terza fase le unità navali ed aeree europee potranno fare tutto questo anche in acque libiche e, finanche, bombardarle in rada.
In altre parole una missione militare europea ideata per consentire una vera e propria occupazione del territorio libico ormai sempre più vicina come dimostrano i primi bombardamenti USA in Libia, l’invio di reparti di forze speciali (anche italiani) e la concessione del governo Renzi della base di Sigonella per attaccare con i droni questo paese già ridotto ad un cumulo di macerie dall’intervento occidentale del 2011.
Il Mediterraneo è stato, quindi, trasformato in una area super militarizzata al servizio delle aggressioni portate dalle potenze imperialiste ai paesi dell’Africa Nord e sub sahariana e a quelli del Medioriente. Quelle stesse aggressioni che sono la causa dell’enorme flusso di disperati la cui unica colpa è quella di non voler morire di fame o sotto le bombe lanciate dai nostri governi.
Come “Rete contro la guerra ed il militarismo” aderiamo, perciò, con convinzione alla manifestazione del 16 aprile perché la lotta contro la guerra e contro il razzismo sono un’unica lotta. Oggi usano l’allarme immigrazione per seminare razzismo, metterci contro gli immigrati ed avere il nostro consenso agli interventi militari giustificati proprio con il pretesto di fermare il terrorismo dell’ISIS ed i trafficanti di esseri umani.
Aderiamo perché siamo contro tutti i muri e rivendichiamo il diritto all’accoglienza per tutti gli immigrati, siano essi profughi o “immigrati economici”. Come la guerra, la fame a cui sono stati ridotti interi popoli, ha gli stessi responsabili: le potenze occidentali, il Fondo monetario, le Banche e le politiche da loro dettate; i prestiti usurai, l’obbligo di acquistare armi tagliando la scuola e la sanità o comprare alimenti a peso d’oro sui nostri mercati. I salari di fame e lo sfruttamento imposti dalle multinazionali. Il furto di terra (oltre 60 milioni di ettari nella sola Africa sono stati sottratti alle popolazioni) e persino dell’acqua da bere da parte di imprese e stati occidentali.
Questa ignobile divisione tra profughi e “immigrati economici” serve ai governanti europei: 1) a giustificare l’espulsione della gran parte degli immigrati (ne sono previste ben 400 mila); 2) ad alimentare il clima xenofobo e razzista utilizzando gli immigrati come capro espiatorio di una crisi economica di cui sono responsabili le nostre classi dirigenti, le nostre banche, le nostre imprese; 3) a tenere sotto ricatto gli immigrati costringendoli a condizioni di lavoro e di vita inumane usandoli come arma contro gli stessi lavoratori, precari e poveri di tutta l’Europa affinchè rinuncino ai loro diritti. E questo non solo quando hanno la cosiddetta fortuna di arrivare in territorio europeo.
E’ di queste settimane il rapporto della ong "Business and Human Rights Resource Centre" (Bhrrc) secondo cui in Turchia circa 400mila profughi siriani (tra cui moltissimi bambini) lavorano illegalmente nelle fabbriche per paghe molto al di sotto del salario minimo che ammonta a circa 95,7 euro al mese. I fornitori turchi che li impiegano producono per 28 grandi marchi (come H&M, Next, Burberry, Adidas, Marks & Spencer, Topshop, Asos, Nike, Puma e l’italiana Piazza Italia). L’ignobile accordo appena firmato dall’Unione Europea con Erdogan non farà che legittimare ed aggravare questo stato di cose garantendo grandi profitti alle imprese degli stessi paesi che rifiutano di accoglierli.
Aderiamo, infine, alla manifestazione schierandoci al fianco della lotta dei siciliani il cui territorio, sempre più militarizzato (base di Sigonella, il Muos, i droni, i depositi di armi, i radar di Lampedusa) e sede della centrale mediterranea di Frontex, non solo è diventato un avamposto per le aggressioni portate dalle grandi potenze occidentali ai popoli del mondo, ma, con i CIE, il Cara di Mineo e l’apertura di 5 hotspots (Lampedusa, Pozzallo, Porto Empedocle, Augusta e Trapani), anche il più grande lager d'Europa per donne e uomini che cercano una vita migliore.
Non possiamo essere complici di questa barbarie.
Schieriamoci dalla parte dei dannati della terra lottando insieme per i loro e i nostri diritti.
Opponiamoci agli interventi militari in Libia e ovunque nel mondo.
Lottiamo per la fine di questo sistema che per i profitti di pochi genera guerra e sfruttamento.

Rete contro la guerra e il militarismo – napoli
x info e contatti assembleanowar.na@gmail.com - https://www.facebook.com/NO-Trident-128338824182432/?fref=ts

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
A quando il recupero del relitto del naufragio del 18 aprile?
Appello della Rete Antirazzista Catanese

A quasi 3 mesi da quell’orrendo naufragio ancora non si provvede al recupero del relitto; dopo aver recuperato nei giorni scorsi, a 370 metri di profondità, i cadaveri di 13 migranti non si è a conoscenza di come si dovrebbe proseguire per recuperare gli altri corpi ed accertare le identità di circa 800 persone annegate. Renzi si è impegnato a procedere al recupero del relitto con fondi europei o del solo governo italiano. Non vorremmo assistere alle solite promesse non mantenute, come è già successo per il mancato recupero del relitto dell’F174, che giace ancora nei fondali al largo di Portopalo dal ’96. Rilanciamo l’appello per il recupero del relitto, promosso ad un mese dal naufragio ed invitiamo a sottoscriverlo.
Ct 8/7/2015 Rete Antirazzista Catanese

Appello affinchè sia recuperato il relitto del naufragio del 18 aprile
Le seguenti associazioni antirazziste siciliane non condividono la scelta della Procura di Catania e del governo italiano di non assumersi la responsabilità di disporre il recupero del relitto del più grande naufragio (almeno 800 morti) nel Mediterraneo dal secondo dopoguerra ad oggi. I principali motivi sono:
---I parenti delle vittime vorrebbero verità e giustizia sulla fine dei loro cari;  vorrebbero avere la possibilità di procedere alla identificazione delle salme. Vorrebbero piangere i loro scomparsi in un luogo preciso. Inoltre, secondo alcune legislazioni dei paesi d’origine, senza le salme dei defunti non avranno  assistenza. Ad un mese dal naufragio i riconoscimenti, anche se costosi, sarebbero possibili.
---Bisognerebbe accertare la reale dinamica del naufragio, i pochi superstiti hanno dichiarato che la nave soccorritrice avrebbe più volte urtato il barcone durante le operazioni di soccorso. Occorre dunque un esame approfondito del relitto.
---Recuperando il relitto si potrebbero identificare non solo gli scafisti, ma risalire agli organizzatori del viaggio della morte. Sembra infatti che il peschereccio provenisse dall'Egitto.
Alcuni di noi hanno seguito il processo per il naufragio del Natale ’96 a 19 miglia da Portopalo. Dopo 13 anni di processi e grazie alle testimonianze dei superstiti alcuni responsabili furono condannati a Catania a 30 anni; l’allora primo ministro Prodi si rimangiò l’impegno a recuperare il relitto, ma grazie all’impegno di alcuni familiari delle vittime si denunciarono le reti di trafficanti, che lo scomparso Dino Frisullo definiva “holding degli schiavisti”. Senza quell'impegno della società civile non si sarebbe mai fatta giustizia. A 19 anni da quella tragedia la situazione dei diritti umani delle/i migranti è drammaticamente peggiorata, le legislazioni dei governi europei e dell’UE sono sempre più securitarie e liberticide, anche per i richiedenti asilo. Anziché garantire l’accoglienza a chi fugge da guerre (spesso causate da “interventi umanitari” di Nato, Usa ed UE) i governi europei stanno programmando un intervento, chiaramente militare, per distruggere i barconi dei trafficanti, con quali “danni collaterali”? Non dimentichiamo l’omicidio del cooperante palermitano Lo Porto per un intervento anti-ISIS con i droni, gli aerei senza pilota, dei quali la base di Sigonella è diventata capitale mondiale. Non condividiamo che si criminalizzino soltanto scafisti, quando non si riesce a perseguire a monte le reti criminali di trafficanti  e le mafie del mediterraneo. I servizi segreti occidentali ed il governo libico di Tobruk sono stati capaci, finora, di delirare su presunti terroristi dell’ISIS, che potrebbero arrivare in Sicilia infiltrandosi fra i migranti. In realtà sono in corso manovre politiche guidate dai governi europei e sostenute dall'Egitto per legittimare un intervento militare in Libia.
Questo  disegno allarmistico, che passa attraverso il controllo dei mezzi di informazione,   potrebbe avere effetti devastanti nell’opinione pubblica per giustificare le scellerate politiche di crescente militarizzazione delle nostre coste, del Mediterraneo e della nostra isola.

Rete Antirazzista Catanese, Comitato di base NoMuos/NoSigonella, La Città Felice, Cobas Scuola (Ct), LILA, Catania Bene comune, Associazione Altro diritto- Sicilia, Centro Impastato, Casa memoria Felicia e Peppino Impastato (Cinisi); Borderline Sicilia
Hanno finora aderito: ANPI Palermo, ANPI Sicilia, Migralab A.Sayad(Me), Laici missionari comboniani(Pa), Osservatorio contro le discriminazioni razziali Nourredine Adnane(Pa), Comitato Verità e Giustizia per i nuovi desaparecidos del Mediterraneo, Associazione Trama di Terre(Imola), Azione Civile(Ct), “Periferie al Centro” Fuori Binario(Fi), RAP-Casa Rossa(Me), Comitato NoMuos/NoWar Piazza Armerina, Rete primo marzo, Carovane Migranti (Italia-Messico-Tunisia), Ass. Amuni step y step (Marsala), Osservatorio Migranti Basilicata

Alessio Di Florio, Fulvio Vassallo Paleologo, Anna Puglisi, Umberto Santino, Giovanni Impastato, Alessandra Ballerini, Daniela Padoan, Francesca Costantini, Roberta Radich, Elisa Marini, Benigno Moi, Ottavio Terranova, Barbara Spinelli, Moreno Biagioni, Annamaria Rivera, Anna Di Salvo, Domenico Stimolo, padre Carlo Dantoni, Giuseppe Restifo, Pietro Saitta, Gino Sturniolo, Carmina Daniele, Mirella Clausi, Antonio Mazzeo, Maurizio Catroppa, Assunta Signorelli, Simonetta Crisci, Salvatore Giordano, Laura Cima, Masimo Angrisano, Simonetta Venturini, Gianfranco Laccone, Elisa Cesan, Angelo Bottiroli, Gabriele Vaccaro, Stefano Galieni, Ottavia Salvador,…

Per informazioni e adesioni:alfteresa@libero.it



No comments:

Post a Comment