Find here some presentations of the Frontex and Hotspot System and the actions against - troverete qui delle presentazione su Frontex, il sistema Hotspot e sulle azioni contro Frontex, by Conni Gunsser (Afrique-Europe interact/Alarm Phone)
1. What is Frontex? read more/continua...
2. Hotspots and deportations read more/continua
Short explanation of the Hotspot System. In Italy actually 4 hotspots are worklung: Lampedusa, Pozzallo, Trapani and Taranto.
3. Actions and campaigns against Frontex read more/continua...
This presentation consists mainly of photos of actions against Frontex in Europe and on the other side of the Mediterranean (WSF Dakar and Tunis, Choucha camp).
A Catania le associazioni si confrontano con la Questura e con Frontex
1. What is Frontex? read more/continua...
2. Hotspots and deportations read more/continua
Short explanation of the Hotspot System. In Italy actually 4 hotspots are worklung: Lampedusa, Pozzallo, Trapani and Taranto.
3. Actions and campaigns against Frontex read more/continua...
This presentation consists mainly of photos of actions against Frontex in Europe and on the other side of the Mediterranean (WSF Dakar and Tunis, Choucha camp).
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A Catania le associazioni si confrontano con la Questura e con Frontex
Comunicato stampa, 19.01.2016
Giovedì
14 gennaio si è svolto a Catania, presso la sala stampa della Questura,
un incontro tra le associazioni, i rappresentanti della stessa
Questura, con la dott.ssa Paglialunga, e il dott. Nicolao, responsabile
regionale di Frontex. Al confronto hanno partecipato rappresentanti
della Rete Antirazzista catanese, ed invitate da quest’ultima,
dell’associazione Catania Bene Comune, della Campagna LasciateCientrare,
dell’Associazione Borderline Sicilia, dell’Associazione ADIF (Diritti e
frontiere). read more/continua
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Enough with racism and militarization: we will prevent the opening! 29.05.2015
The announcement of the opening of an Frontex agency office in Catania is an insult and a great shame for the whole city. The Mayor of the city is guilty of a reckless act which is totally incompatible with the common feeling of the city. Catania is a city, open for antiracist welcoming and has always functioned as a bridge between people. The agency Frontex and the operation Triton are military programs of the European Union focusing on the closure of borders and the refoulement of migrants which have nothing to do with the acceptance and saving the lives of those who due to hunger, war and despair are forced to cross the Mediterranean sea on insecure boats as slaves and victims of human trafficking. read more/continua...
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no a Frontex sì ai Diritti - volantino informativo Rete Antirazzista Catanese (luglio 2015)
NO A FRONTEX, SÌ AI DIRITTI
PER UNA CATANIA ACCOGLIENTE E NON
MILITARIZZATA
Il 26 giugno è stato firmato tra il
Sindaco di Catania Enzo Bianco e il direttore esecutivo di Frontex
Fabrice Leggeri l’accordo per l’apertura da fine luglio a
Catania, presso il monastero di Santa Chiara, del nuovo ufficio
dell’Agenzia Frontex che si chiamerà EURTF e che diventerà la
sede di una task force regionale. A Catania saranno inviati 18
pattugliatori, 4 aerei, 2 elicotteri.
L’apertura di una sede di Frontex a
Catania rappresenta una scelta gravissima che porterà ad un
ulteriore incremento delle violazioni dei diritti fondamentali dei
migranti e ad un’ulteriore militarizzazione della Sicilia.
Ma cos’è Frontex? E’
l’agenzia europea per la gestione della cooperazione alle frontiere
esterne degli Stati membri dell’Unione europea, è stata creata il
26 ottobre 2004 dal regolamento del Consiglio dell’Unione europea
(CE) n. 2007/2004. L’agenzia Frontex è incaricata di amministrare
il sistema europeo di sorveglianza delle frontiere esterne, Eurosur,
che mette in comune tutti i sistemi di sorveglianza e rilevamento dei
Paesi membri dell’UE. L’agenzia effettua delle operazioni di
sorveglianza marittima, aerea e terrestre. In mare, pattuglia le
acque territoriali dentro e fuori l’UE. Negli aeroporti controlla i
migranti secondo la loro provenienza e la loro origine e organizza
anche dei voli congiunti che di fatto rappresentano delle espulsioni
collettive.
Perché dire un chiaro e forte NO a
Frontex? Eccone brevemente alcuni dei principali motivi:
FRONTEX
SIGNIFICA VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI FONDAMENTALI. Come
dimostrato da numerosi report e inchieste, le azioni militari di
Frontex hanno violato e continuano a violare i diritti umani
fondamentali tra cui: il diritto a emigrare (art. 13 della
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani), il diritto a chiedere
asilo (art. 14 DUDU, art. 18 Carta Europea dei Diritti Fondamentali),
il principio di “non respingimento” e il divieto di espulsioni
collettive (art. 19 Carta Europea, prot. 4 art. 4 Convenzione europea
per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà
fondamentali) e il diritto ad un ricorso effettivo (art. 8 DUDU, Art.
47 Carta Europea, art. 13 Convenzione europea). A questo vanno
aggiunte violazioni della Convenzione di Ginevra e di altri articoli
delle suddette Carte, Convenzioni e Dichiarazioni.
FRONTEX SIGNIFICA SPESE INGENTI E
INCONTROLLATE PER OPERAZIONI E MEZZI MILITARI E PER LA GESTIONE
AMMINISTRATIVA . Frontex svolge, in cooperazione con numerosi
Paesi UE e non-UE, azioni di tipo militare incentrate sul controllo e
sui respingimenti alle frontiere esterne dell’UE. Per l’Agenzia
Frontex sono stati stanziati 642 milioni di euro in dieci anni. Dai
19 milioni di euro nel 2006, il budget è passato a 118 milioni di
euro nel 2011. Il bilancio di Frontex nel 2015 supera oggi i 114
milioni.
Oltre alle ingenti spese militari,
l’agenzia Frontex spende enormi somme di denaro per le spese
amministrative: per uno staff di 317 persone, la spesa relativa al
personale nel 2014 ammonta a 20 milioni e 472mila euro, a cui vanno
aggiunte le «altre spese amministrative», più di 12 milioni
(comprensivi di oltre 5 milioni di affitto, sede in un grattacielo di
Varsavia). Secondo quanto documentato da Amnesty International nel
rapporto del 2014 “Il costo umano della Fortezza Europa”
tra il 2007 e il 2013 l’UE ha speso quasi due miliardi di euro per
“proteggere” le sue frontiere esterne e appena 700 milioni per
assistere i richiedenti asilo. In Italia a fronte di 250 milioni di
euro per militarizzare i confini in funzione anti-migranti, i vari
governi hanno destinato solo 36 milioni per l’accoglienza di
migranti e richiedenti asilo.
FRONTEX SIGNIFICA MANCANZA DI CONTROLLI
E TRASPARENZA NELLE OPERAZIONI E NEGLI ACCORDI ATTUATI. Come più
volte rilevato e denunciato, l’agenzia Frontex agisce in una sorta
di “zona grigia” in cui i controlli e le informazioni sono poche
e spesso segrete. E’ estremamente difficile – anche per i
parlamentari - ottenere informazioni sulle operazioni di sorveglianza
svolte dall’agenzia (luoghi, motivi, durata, budget, Stati
coinvolti). Il nuovo regolamento (EU) 1168/2011 prevede
espressamente gli obblighi complementari dell’Agenzia in materia di
diritti umani. Frontex si impegna ad istituire un “Forum
consultivo sui diritti fondamentali” e nominare un responsabile per
i diritti fondamentali. Quest’ultimo, però, è nominato da Frontex
e deve “impegnarsi ad agire in maniera autonoma nell’interesse
di Frontex”. Quanto ai componenti del Forum, essi sono legati dal
“segreto professionale”, la cui portata non viene precisata.
Inoltre gli accordi stipulati da Frontex – definiti accordi
“tecnici” - non sono soggetti all’approvazione del Parlamento
Europeo, il quale viene solo “informato”. Nel settembre 2012 la
Corte di Giustizia dell’UE ha criticato l’assenza di una
consultazione del Parlamento Europeo riguardo l’adozione della
decisione 2010/252 sulle intercettazioni marittime. A ciò si
aggiungono gli accordi con i “paesi terzi” non UE (tra gli altri,
Libia, Egitto, Turchia, Bielorussia, Nigeria, Senegal, Mauritania,
Gambia) in molti dei quali avvengono ripetute violazioni dei diritti
umani e pratiche illegali di respingimento e detenzione (le
operazioni “Hera” e “Poseidon” ne sono un esempio lampante).
FRONTEX SIGNIFICA SEMPRE PIU’
MILITARIZZAZIONE E RESPINGIMENTI, SEMPRE MENO SALVATAGGI E
AIUTI. Frontex nelle proprie operazioni – tra cui l’operazione
Triton che durerà almeno fino a fine 2015 - applica di fatto la
tecnologia militare al controllo delle frontiere europee e il suo
mandato non è affatto salvare vite (aspetto che resta “collaterale”)
quanto proteggere i confini e respingere i migranti in fuga da
guerre, persecuzioni e povertà. Frontex si occupa inoltre di
rimpatri forzati (Joint Return Operations): dal 2006 al 2013 Frontex
ha partecipato a 209 operazioni congiunte di rimpatrio, in
collaborazione con gli stati UE, che hanno coinvolto 10.855 migranti.
Lo stesso direttore di Frontex ha dichiarato che “il mandato di
Frontex non è condurre operazioni di salvataggio in mare”. Lo
scopo evidente è quello di sorvegliare, schedare, respingere e
dissuadere i migranti che cercano di raggiungere l’Europa e farlo
utilizzando procedure e mezzi militari (elicotteri, aerei leggeri,
navi, radar mobili, video termici, sonde, detector, ecc). Il tutto
con il supporto della NATO il cui segretario generale Jens
Stoltenberg, ha fatto sapere a metà maggio che l’Alleanza è
pronta a intervenire nelle operazioni di guerra contro gli scafisti
nordafricani, con la giustificazione che “sui barconi dei migranti
potrebbero imbarcarsi anche terroristi o miliziani ISIS”. Senza
dimenticare che è dal 2005 che le unità NATO forniscono assistenza
e intelligence alle diverse agenzie nazionali anti-migranti dei Paesi
partner del Mediterraneo. La nuova sede di Catania rappresenterà
quindi un ulteriore ingerenza e un potenziamento del ruolo repressivo
e dell’impatto militare di Frontex con un approccio sicuritario e
poliziesco fatto di attività “top secret”, schedature, prelievo
forzato delle impronte digitali, ecc…
Invece di accogliere degnamente i
migranti, Catania diventa così l’avamposto per la negazione dei
loro diritti e della loro. Questo è Frontex ed è per questo
che non lo vogliamo. Quello che vogliamo è l’apertura di
canali umanitari, un diritto d’asilo europeo per tutti i migranti
che fuggono dalla morte, un’accoglienza degna che ancora manca
nella nostra città (come dimostrano i casi del Palaspedini e di
altre strutture dove i migranti vengono completamente abbandonati con
i vari enti coinvolti che negano o si rimpallano le
responsabilità), un sistema di accoglienza che metta fine al
modello del CARA di Mineo e che non dia più alcuno spazio a mafiosi,
politici, affaristi ed enti come quelli coinvolti nello scandalo
“Mafia Capitale”.
Contro Frontex, per i diritti e la
dignità di tutti/e,
Catania città aperta all’accoglienza!
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